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Oggi è “sciopero day” per i giornalisti Rai: “Ormai contrattiamo la parola”

LavoroOggi è “sciopero day” per i giornalisti Rai: “Ormai contrattiamo la parola”

BOLOGNA – Il “caso Scurati” è solo uno dei tentativi di censura contro cui protestano i giornalisti Rai (iscritti a Usigrai) . A pochi giorni di distanza dalla giornata Mondiale per la libertà di stampa, e dopo molti anni, i giornalisti del servizio pubblico radiotelevisivo oggi, lunedì 6 maggio, sono in sciopero fino alle 5 di domani mattina. Per spiegare le loro ragioni, si è tenuta una conferenza stampa nella sede dell’Associazione della stampa estera, a Roma, a cui hanno partecipato la conduttrice di “Chesarà” Serena Bortone, il conduttore di “Report” Sigfrido Ranucci, il presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani e il segretario dell’Usigrai Daniele Macheda. A chiarire che i motivi della protesta sono diversi è stato proprio quest’ultimo. In primo luogo, “i motivi dello sciopero sono di natura industriale”, precisa Macheda.

“Non abbiamo trovato ad esempio una riga sull’informazione nel piano industriale- spiega- salvo poi scoprire che volevano accorpare le testate senza confronto con il sindacato”. Il segretario Usigrai sottolinea poi che a monte c’è un aspetto relativo all’indipendenza e all’autonomia dei giornalisti: “Sono successe cose che non fanno sperare bene in questo tempo”. Quindi passa in rassegna episodi analoghi al caso Scurati, ovvero quando, lo scorso 25 aprile, è stato annullato il monologo dello scrittore Antonio Scurati nella trasmissione ‘CheSarà’ di Rai 3: dalla scomparsa da Rai News 24 dell’intervento del procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri, in favore dei test attitudinali anche ai politici, al silenzio dell’azienda sull’accusa di linciaggio che avrebbe lanciato Giorgia Meloni all’inchiesta Report sui costi dei campi di migranti in Albania. Nonostante lo sciopero, le edizioni principali di Tg1 e Tg2 vanno comunque in onda: “Noi verificheremo che non ci siano state violazioni sindacali – manda a dire Macheda – sappiamo che è un tentativo che l’azienda sta facendo. Vedremo quanti colleghi e quante colleghe hanno aderito allo sciopero”. Infine: “Il nostro non è un sindacato di sinistra– puntualizza– la nostra posizione è sempre la stessa: ‘Via i partiti dalla Rai’”.

Nel suo intervento quindi Serena Bertone ripercorre il caso che ha riguardato la sua trasmissione: “Quello che è avvenuto quel venerdì pomeriggio nella redazione di ‘Che sarà’, io, in 35 anni di lavoro non l’avevo vista mai in tutta la mia vita lavorativa“, lamenta. “Sono molto dispiaciuta- aggiunge- sono due settimane che i dirigenti, i miei superiori, dovrebbero offrire una ricostruzione anche pubblica di quello che è avvenuto e prendere provvedimenti ma sono due settimane che aspetto”.

Nel corso dell’assemblea, tra gli intervenuti, anche una giornalista del servizio politico Rai che, esasperata, ha denunciato le difficoltà nel suo lavoro quotidiano, nel dover “contrattare” ogni parola.

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