GENOVA – Come era nelle previsioni, Giovanni Toti si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti alla gip Paola Faggioni, oggi pomeriggio in Tribunale a Genova, nel corso dell’interrogatorio di garanzia per gli arresti domiciliari a cui è sottoposto da martedì, in seguito all’indagine per corruzione. Il presidente della Regione Liguria continuerà a scontare la misura cautelare nella sua residenza di Ameglia, in provincia della Spezia. La prossima settimana, però, si renderà disponibile a rispondere all’interrogatorio dei pm. Solo in seguito a ciò, il suo difensore Stefano Savi presenterà alla gip l’istanza di modifica della misura cautelare, chiedendo la revoca dei domiciliari. Conditio sine qua non potranno arrivare decisioni definitive da parte del governatore su sue eventuali dimissioni, che porterebbero la regione al voto.
IN TRIBUNALE L’IRA DEI GIORNALISTI PER IMPROVVISI E “MISTERIOSI CARTELLI”
Toti e il suo legale Stefano Savi sono stati fatti entrare e uscire da ingressi laterali del Tribunale, suscitando l’ira della stampa che era assiepata davanti all’ingresso del Palazzo di giustizia. L’Associazione ligure della stampa ha anche lamentato con una nota ufficiale che “è stato impedito ai giornalisti l’accesso al terzo piano del Tribunale in occasione dell’interrogatorio, con la comparsa di misteriosi cartelli con su scritto lavori in corso poco prima dell’arrivo del presidente”. Un fatto ritenuto “gravissimo: nessuno può impedire ai giornalisti di fare il proprio lavoro”.
L’INCOGNITA SULLE DIMISSIONI
Almeno un’ora dopo l’uscita da Palazzo, Savi è poi tornato a parlare davanti a microfoni e telecamere. E ha spiegato che “ci siamo avvalsi motivatamente, dicendo che stiamo leggendo il fascicolo, che è piuttosto corposo, sono circa novemila pagine e non si leggono in due giorni. E abbiamo già anticipato ai pubblici ministeri presenti di chiedere l’interrogatorio per la prossima settimana”. L’avvocato ha aggiunto che solo “successivamente chiederemo anche la modifica della misura cautelare perché ci sono delle esigenze di carattere personale, ma anche di un confronto diretto con il mondo della politica perché il presidente Toti decida quali posizioni andare ad assumere”. Tradotto, Toti “sta pensando alle dimissioni, però è una decisione che una persona inserita in un contesto politico non può certo prendere da solo, senza avere un confronto“, precisa il legale. Insomma, “è una decisione politica, che spetta a lui, ma che potrà prendere solo dopo essersi confrontato con le persone con cui ha lavorato fino a oggi e i partiti che lo sostengono. Nello stato in cui è ora tutto questo non si può fare. Adesso ha voglia di difendersi e tornare una persona libera”. Quindi, sintetizza, “ora facciamo l’interrogatorio, che è un fatto processuale e può avere una sua rilevanza, poi chiediamo la modifica della misura e vedremo che cosa succederà”. Se la gip rigettasse l’istanza, si andrà al Riesame.
IL LEGALE: “APRIRE UN DIBATTITO SU COME SI FINANZIA LA POLITICA”
L’avvocato risponde, poi, a una serie di domande su come si senta in questo momento il suo assistito: “E’ chiaro che sono esperienze che lasciano il segno, umanamente si può capire. L’ho trovato bene, è molto impegnato nella volontà di difendersi, molto impegnato nella lettura di questo fascicolo perché è sua intenzione offrire una ricostruzione difensiva ai pubblici ministeri che dia spiegazione dei fatti che ci sono contestati”. E ribadisce che “lui rivendica un’attività politica fatta alla luce del sole. A lui non è contestato di aver preso nulla per se stesso, tutto il finanziamento è stato ottenuto a norma di legge, è stato tracciato ed è rendicontato e non ci sono approfittamenti di carattere personale. Lui ritiene che il suo modo di fare politica abbia sempre perseguito finalità pubbliche e per il territorio, come il mandato che gli è stato affidato”. Certo, ammette Savi, “le metodologie usate potranno essere fonte di discussione. Ma qui sarà anche il caso di aprire un dibattito a livello nazionale su come si finanzia la politica perché ci sono strade che devono essere confrontate con la realtà. Con la coscienza a posto probabilmente Toti si riteneva in grado di dire qualsiasi cosa, anche qualcosa che letta a posteriori può apparire poco confacente”.
LA STRATEGIA DIFENSIVA E I DUBBI SULLE TEMPISTICHE DELL’ARRESTO
L’avvocato anticipa anche qualche altro contenuto della strategia difensiva: “Gli incontri in barca con Spinelli li spiegheremo: ci sono le foto di Toti e di altri personaggi politici, le spiegheremo. Anche Spinelli è un uomo di ampie relazioni”.
Savi solleva, poi, qualche dubbio sulle tempistiche dell’arresto: “Se c’è un’attività così pericolosa la si blocca subito, non si aspetta, scrivendo che la misura cautelare va applicata ora perché essendoci una nuova tornata elettorale, a cui peraltro Toti non partecipa in nessun modo, potrebbe reiterare il reato. Allora si fermava anche prima. Sono valutazioni che proporremo quando chiederemo la revoca della misura”. Infine, precisa che ingresso e uscita dal Palazzo di giustizia, oggi, non sono stati decisi dalla difesa: “Che una persona agli arresti domiciliari, accompagnato dalla scorta, si voglia nascondere è un’illazione. Non siamo noi ad avere deciso i percorsi da fare stamattina in Tribunale. Ci è stato detto dove farci trovare e ci siamo fatti trovare lì. Una persona nelle condizioni di Toti non decide proprio niente”.
L’articolo VIDEO | Toti non risponde al Gip. Il legale chiede l’interrogatorio per la prossima settimana proviene da Agenzia Dire.
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