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Europee: la notte elettorale e cosa succederà dopo il voto

AttualitàEuropee: la notte elettorale e cosa succederà dopo il voto

Previsioni, risultati e le date chiave per la nuova legislatura
Bruxelles, 8 giu. (askanews) – Nella ‘notte elettorale’ tra domenica 9 e lunedì 10 giugno, il Parlamento europeo pubblicherà stime, basate su ‘exit polls’ o sondaggi pre-elettorali, proiezioni e risultati ufficiali parziali o completi a partire dalle 18.15 di domenica. I risultati ufficiali completi, comunque, verranno pubblicati solo a partire dalla chiusura delle urne in Italia. Si comincerà con le previsioni nazionali riguardanti Austria, Cipro, Germania, Grecia, Malta e Olanda, dalle 18.15 alle 18.30. Alle 19.15 arriveranno le stime nazionali riguardanti Bulgaria e Croazia, e tra le 20.15 e le 20.45 si aggiungeranno quelle di Danimarca, Francia e Spagna.
A questo punto, il Parlamento europeo pubblicherà le prime proiezioni sulla composizione del nuovo emiciclo, basate su 11 stime nazionali e 16 previsioni su dati pre-elettorali. Tra le 21.15 e le 21.30 arriveranno le stime nazionali di altri quattro paesi: Polonia, Portogallo, Romania e Svezia. Alle 22.15 ci saranno degli aggiornamenti, se disponibili, e finalmente tra le le 23.15 e le 23.30 saranno pubblicate le stime nazionali riguardanti l’Italia, e una seconda proiezione della composizione del nuovo emiciclo, basata questa volta su 24 risultati ufficiali parziali, due stime nazionali (Italia e Polonia) e un dato pre-elettorale (Belgio).
Subito dopo, i ‘candidati guida’ dei diversi partiti politici europei commenteranno uno dopo l’altro i risultati, parlando nell’emiciclo del Parlamento europeo di Bruxelles, trasformato per l’occasione in una grande sala stampa con 350 giornalisti. Un quarto d’ora dopo la mezzanotte arriveranno i primi risultati provvisori ufficiali del Belgio, e all’una ci sarà un aggiornamento finale per la notte. I GRUPPI POLITICI Gli eurodeputati dei sette gruppi politici della legislatura uscente erano rispettivamente: 49 per il gruppo Id ‘Identità e democrazia, estrema destra), 69 per il gruppo Ecr (Conservatori e Riformisti, destra moderata, con componenti di estrema destra), 176 per il Ppe (Partito Popolare europeo, centro, con componenti di centro-destra), 102 per Renew Europe (Liberali e Liberal-Democratici, centro, con componenti di centro-destra e di centro-sinistra), 139 per S&D (Socialisti e Democratici, centrosinistra), 72 per i Verdi (Ecologisti) e 37 per la Sinistra (estrema sinistra), a cui bisogna aggiungere 61 ‘non iscritti, ovvero non appartenenti ad alcun gruppo politico (come gli eletti del M5s italiano o del partito Fidesz del premier ungherese Viktor Orbßn).
Per costituire un gruppo politico all’Europarlamento ci sono due condizioni quantitative necessarie: avere almeno 23 eurodeputati provenienti da almeno 1/4 degli Stati membri, ovvero sette paesi diversi. C’è anche una condizione qualitativa, più difficile da controllare e da applicare, dell’affinità politica tra i partiti nazionali membri di uno stesso gruppo.
I gruppi della nuova Assemblea si ricostituiranno nelle settimane immediatamente successive alle elezioni, in tempo per la prima sessione plenaria costitutiva della decima legislatura, che si terrà dal 16 al 19 giugno a Strasburgo. Le riunioni per la costituzione dei gruppi sono previste il 18 giugno per il Ppe, il 19 per i Verdi, il 25 per la Sinistra, il 26 per Renew e per l’Ecr, e infine il 3 luglio per Id.
La creazione di altri nuovi gruppi, o una ricomposizione dei gruppi esistenti sono sempre possibili, durante tutta la durata della legislatura, e sempre alle stesse condizioni. LA SESSIONE COSTITUTIVA Il nuovo Parlamento europeo della decima legislatura terrà la sua seduta costitutiva dal 16 al 19 luglio, a Strasburgo, e il suo primo atto sarà l’elezione del presidente (o più probabilmente della presidente) dell’Assemblea, e poi degli altri membri dell’Ufficio di presidenza (Bureau), ovvero i 14 vicepresidenti e i cinque questori. Fa parte della fase costitutiva anche la decisione sulle commissioni europarlamentari in cui sarà articolato il lavoro dell’Assemblea, e sul numero di eurodeputati che ne faranno parte. L’istituzione delle commissioni parlamentari, con la designazione dei loro membri, avverrà più tardi a Bruxelles, tra il 22 e il 25 luglio.
IL VOTO PER LA PRESIDENZA DELLA NUOVA COMMISSIONE Il voto per la nuova presidenza della Commissione europea dovrà avvenire necessariamente dopo la sessione costitutiva, e quindi, di norma, nella seconda sessione plenaria della legislatura, che in questo caso è prevista dal 16 al 19 settembre, a Strasburgo.
La volta scorsa, nel 2019, le elezioni europee si tennero a maggio, e fu quindi possibile avere due sessioni plenarie ordinarie a Strasburgo nei mesi di giugno e luglio. E nella seconda plenaria, il 16 luglio, fu eletta la nuova presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
Questa volta, invece, le elezioni europee sono state fissate a giugno, ed è quindi prevista solo una sessione plenaria, quella costitutiva di luglio, prima della pausa estiva di agosto.
Tuttavia, una volta che sarà terminata l’elezione dei membri del Bureau, la nuova Conferenza dei presidenti (composta da capigruppo politici e presidente dell’Assemblea) potrebbe decidere di inserire nell’ordine del giorno il voto per il candidato o la candidata alla presidenza della Commissione europea, senza dover necessariamente aspettare la successiva sessione plenaria. Questo, però, solo a condizione che nel frattempo il Consiglio europeo abbia deciso chi candidare.
I capi di Stato e di governo dell’Ue potrebbero accordarsi (a maggioranza qualificata) su chi designare per la guida dell’Esecutivo comunitario durante la loro cena informale a Bruxelles il 17 giugno, o durante la riunione formale del Consiglio europeo prevista per il 27 e 28 giugno, o ancora in una eventuale ulteriore riunione straordinaria, nel caso in cui il presidente dello stesso Consiglio europeo, Charles Michel, lo consideri necessario.
Se vi sarà l’accordo dei leader in una di queste occasioni, c’è la possibilità concreta di tenere il voto per eleggere il nuovo o la nuova presidente della Commissione già il giovedì 18 luglio, come ha indicato il segretario generale del Parlamento europeo, Alessandro Chiocchetti. Sarebbe invece da escludere l’ultima mezza giornata della sessione plenaria di luglio, il venerdì 19, perché in quelle ore molti eurodeputati neoeletti saranno in partenza da Strasburgo e non saranno presenti in Aula.
Per eleggere il presidente, o la presidente della nuova Commissione europea, va sottolineato, è necessario superare la soglia della maggioranza assoluta dell’Assemblea, ovvero almeno 361 voti a favore su 720 membri del Parlamento europeo. La persona che sarà designata dal Consiglio europeo dovrà presentare a grandi linee davanti alla plenaria il suo programma prima del voto.
I NUOVI COMMISSARI DESIGNATI E LA FIDUCIA ALLA NUOVA COMMISSIONE Dopo la sua elezione, il presidente o la presidente della Commissione dovrà cominciare a lavorare alla formazione del nuovo collegio dei commissari, sulla base dei candidati proposti da ciascuno Stato membro. Entro novembre, tutti i commissari designati dovranno sottoporsi alle temibili ‘audizioni di conferma’ delle commissioni europarlamentari competenti per i portafogli che la presidenza della Commissione propone di assegnare loro.
Dopo aver risposto per iscritto a un lungo e complesso questionario, i commissari designati dovranno presentarsi davanti agli europarlamentari e rispondere a tutte le loro domande. Se il risultato delle audizioni non sarà soddisfacente, la commissione o le commissioni parlamentari competenti potranno proporre un’audizione complementare, ma anche indicare chiaramente la propria disapprovazione del commissario designato.
Secondo i Trattati Ue, la presidenza della Commissione non ha l’obbligo di sostituire un commissario designato ‘bocciato’ in un’audizione, o a cambiargli il portafogli; ma in questo caso correrebbe il rischio di vedersi bocciare l’intera Commissione al momento del voto di fiducia da parte della plenaria del Parlamento europeo. I precedenti di commissari designati ‘bocciati’, e poi rimandati a casa o che hanno dovuto cambiare portafogli sono numerosi, e non ci sono casi di presidenti della Commissione che abbiano ignorato queste decisioni da parte degli eurodeputati.
Il voto di fiducia (‘voto di investitura) alla nuova Commissione da parte della plenaria del Parlamento europeo, a maggioranza semplice, è previsto nell’ultima sessione plenaria dell’anno, dal 16 al 19 dicembre, a Strasburgo.

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