Per Giorgia Meloni oltre 2 milioni di voti, nessun “effetto Vannacci” per la Lega
Milano, 10 giu. (askanews) – Tra i dati più rilevanti delle elezioni europee del 2024 – che nell’emiciclo di Strasburgo vedono, in ogni caso, consolidarsi la coalizione di maggioranza guidata dal Partito Popolare Europeo – è l’avanzata dei partiti di centro ed estrema destra in quasi tutta Europa. A partire dall’Italia che porta all’Europarlamento 76 eurodeputati su 720 seggi.Il partito di governo della premier Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, cresce fino a sfiorare il 29%, confermandosi primo partito in Italia con “Giorgia” che incassa oltre due milioni di preferenze personali. “C’hanno visto arrivare ma non sono stati in gradi di fermarci”.Questo il commento della leader di Fratelli d’Italia che si è detta estremamente orgogliosa del risultato.Tutto sommato, però, è contenta anche Elly Schlein perché il suo Pd ha conquistato oltre il 24%, confermandosi il partito con la crescita maggiore rispetto alle politiche, consolidando la sua leadership e portando a Strasburgo 20 europarlamentari.”La distanza con Giorgia Meloni e Fdi si è accorciata in modo significativo: da 2 milioni di voti a 1 milione di voti rispetto alle politiche. Il messaggio è chiaro: Giorgia Meloni, stiamo arrivando”, ha detto Elly Schlein.Straordinario il successo dell’Alleanza Verdi e Sinistra che vola sopra il 6,6% e porta a Strasburgo Ilaria Salis. Bene anche Forza Italia di Antonio Tajani che supera dello 0,6% la Lega di Matteo Salvini che non monetizza il cosiddetto “effetto Vannacci” pur avendo l’ex generale dell’Esercito ottenuto circa 500mila voti.”Contano le percentuali – ha detto – in termini di voti assoluti se c’è gente che è rimasta a casa riguarda tutti i partiti”.Tonfo col botto, invece, per il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte che porta a casa solo un 10% che lo stesso leader ha definito “molto deludente”.”Avvieremo una riflessione interna per approfondire le ragioni per cui il risultato non è come ci aspettavamo e come speravamo”.Molto male, infine, i riformisti, sia Siamo europei di Calenda sia gli Stati Uniti d’Europa di Renzi e Bonino che non superano lo sbarramento del 4%.