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Europee, Meloni: “Vedo rischio radicalizzazione a sinistra”

Dall'Italia e dal MondoEuropee, Meloni: "Vedo rischio radicalizzazione a sinistra"

(Adnkronos) – “Questo risultato è il risultato di Fratelli d’Italia, è il risultato della maggioranza di Governo ed è il risultato anche personale legato al numero delle preferenze. Io ho detto ieri notte che consideravo questo risultato più bello di quello di quasi due anni fa. Lo penso sul serio perché quello poteva essere un voto di protesta, di speranza. Dopo due anni di Governo, quando sei stato chiamato anche a fare scelte difficili in una situazione estremamente complessa vuol dire un voto diverso, è un consenso meditato ed è un consenso che ti dice: devi andare avanti, devi farlo anche con maggiore determinazione”. Così la premier e leader di Fdi Giorgia Meloni, commentando il risultato delle elezioni europee a ‘Cinque minuti’ su Rai Uno. 

“I miei festeggiamenti sono durati mediamente cinque minuti e poi ho ricominciato a lavorare con maggiore determinazione di prima – ha detto Meloni – Però oggi almeno so che tutto questo enorme lavoro viene riconosciuto, ne ho la conferma”. 

Quanto alla maggioranza, “frequento Matteo Salvini, frequento Antonio Tajani, so che per tutti noi la consapevolezza del compito che abbiamo sulle spalle è molto più forte di qualsiasi eventuale piccolo interesse di bottega, per cui non ho mai pensato davvero che in ogni caso potessero esserci delle scosse”. L’esito del voto “racconta una cosa che io dico da molto tempo e cioè che il centrodestra può crescere valorizzando le sue specificità, che si può crescere tutti insieme”, ha proseguito la leader di Fdi. 

E, sempre a proposito dei rapporti nel centrodestra dopo le elezioni europee, ha aggiunto: “Per parafrasare quello che diceva il maestro Muti, noi siamo una orchestra nella quale ciascuno con la sua parte costruisce una armonia e mi pare che lo abbiamo dimostrato”. 

Secondo Meloni, il buon risultato del Pd alle europee “ci avvicina al bipolarismo che io considero una notizia assolutamente positiva. Io penso che il confronto tra visioni distinte e contrapposte sia una chiarezza nel nostro gioco democratico, è quello che accade nella stragrande maggioranza delle grandi democrazie occidentali. Tra l’altro faccio i complimenti a Elly Schlein per il risultato del Partito democratico”.  

“Non posso dire – ha spiegato Meloni – che siamo già al bipolarismo perché non c’è una coalizione coesa nel nostro campo avverso; c’è una coalizione coesa nel centrodestra, come vediamo da tanti anni, perché governiamo insieme e abbiamo una visione comune. Questo oggi nel centrosinistra non c’è, anzi è molto difficile oggi immaginare che i partiti della sinistra radicale possano essere messi insieme con quelli del centrosinistra, che infatti sono stati penalizzati: l’elettorato moderato ha sostenuto più il centrodestra”. 

“Quello che io vedo – ha osservato – nell’alto risultato di Fratoianni e nel buon risultato del Pd a guida Schlein, è un rischio radicalizzazione a sinistra che tra l’altro noi abbiamo visto in questi mesi nei toni e nei contenuti. Però sicuramente c’è stata una parte di semplificazione del quadro, che è una buona notizia”. 

“E’ evidente che un governo forte, un governo solido, è un governo che rafforza l’Italia in tutte le sedi internazionali” e mentre i partiti di governo “vengono praticamente tutti penalizzati” l’Italia “va in assoluta controtendenza” rispetto al resto d’Europa, ha poi sottolineato la premier. 

“Chiaramente un governo solido significa anche che i tuoi interlocutori sanno che avranno a che fare con te, che avranno a che fare con te ancora per diverso tempo e significa anche che l’Italia può essere un’ancora nel caos e nella incertezza che noi viviamo ogni giorno. Sarà un elemento di forza anche nelle trattative per la prossima Commissione europea”, ha aggiunto Meloni. 

Il candidato presidente della Commissione “verrà indicato dal Consiglio europeo, quindi dai leader dei 27 Stati membri. A norma di regole l’indicazione spetta al partito che ha avuto più voti, che in questo caso è il Ppe. Quando quella proposta verrà formalizzata la valuteremo, perché nel negoziato ci sono diverse questioni che riguardano tutti i ruoli apicali, che riguardano le deleghe dei commissari e quindi anche il commissario italiano e io come sempre decido e scelgo con un unico metro che è quello dell’interesse nazionale italiano, ma sicuramente in questa fase l’Italia sarà protagonista e non spettatrice”. 

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