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Dopo la mossa di Macron, i politologi francesi evocano l’Italia

Video NewsDopo la mossa di Macron, i politologi francesi evocano l'Italia

Dal governo tecnico al rischio di una destra al governo, come a Roma

Roma, 11 giu. (askanews) – Una mossa che ha spiazzato tutti, un rilancio con raddoppio della posta che appare spericolato: la decisione del presidente francese Emmanuel Macron di sciogliere l’Assemblea nazionale all’indomani della vittoria dell’estrema destra di Rassemblement National (Rn) nelle elezioni europee apre scenari potenzialmente inediti per la Francia nelle elezioni legislative anticipate del 30 giugno e 7 luglio. Se Rassemblement National vincesse, si avrebbe una situazione di “coabitazione”, cioè fra un presidente della Repubblica – che in Francia ha poteri e un peso politico decisivi – e un primo ministro a capo del governo, di colore politico opposto. Di questa situazione ci sono stati diversi precedenti, ma mai prima d’ora provocati dallo scioglimento delle camere dopo delle elezioni europee, e mai con un governo dell’estrema destra così a portata di mano.E sempre più spesso politologi e costituzionalisti francesi evocano l’Italia come esempio di quel che potrebbe succedere. Benjamin Morel è costituzionalista, e professore di diritto pubblico all’Università Paris II, e di scienze politiche alla Scuola Normale superiore di Parigi-Saclay: “Questa in effetti può essere una situazione imbarazzante, sia in caso di una coabitazione, sia se eventualmente non ci dovesse essere nessuna maggioranza in Parlamento. In questo caso, diventerebbe un vero problema politico. In altre parole, oggi non passa nessuna mozione di censura è perché il centrodestra di LR si astiene. Domani, se una mozione di censura passasse, significherebbe che non si può più nominare un governo. Saremmo in una situazione di stallo. Si può fare un parallelo con l’Italia. In Italia li chiamano governi tecnici. Si nomina un tecnocrate che, di norma, in Italia è sostenuto, dalla Lega insomma dall’estrema destra fino all’estrema sinistra, e gestisce gli affari correnti finché non emerge una situazione politica migliore. Questa è una possibilità che non è da escludere per il 7 luglio.”Pascal Perrineau, professore al Centro di ricerca politico di Sciences-Po, ritiene estremamente improbabile che le forze di sinistra ed estrema sinistra possano prevalere nelle urne, e se anche accadesse, che possano dare a Macron un sostegno politico e di governo. Quindi anche lui ritiene realistica l’ipotesi di uno stallo e di una situazione di “ingovernabilità”. Ma se davvero l’estrema destra, il Rassemblement National e i suoi alleati, vincessero e andassero al governo con Macron presidente della Repubblica? “Be’, forse Macron può sperare nel logoramento della destra – spiega Perrineau – dicendo che il Rassemblement National non è preparato per il governo e, in sostanza, sarà un esperimento che finisce male, un vino che diventa aceto. Ma è davvero destinato a finire male? In altri Paesi oggi l’estrema destra è al potere e governa. Governano. Fanno funzionare i governi. Gestiscono le amministrazioni, da soli o in coalizione. In coalizione in Italia, per esempio, ma partecipano a molti altri governi nei Paesi dell’Unione Europea. Quindi è una scommessa, sì, ma estremamente rischiosa”.

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