BOLOGNA – Gli affitti brevi “stanno letteralmente travolgendo le nostre città”. Un esempio su tutte è Bologna, che segna un “+300% di locali destinati ad affitti brevi, soprattutto per turisti”. Per questo in Emilia-Romagna “urge una politica abitativa che dia la possibilità ai cittadini di poter trovare un alloggio a costi dignitosi”, altrimenti le città diventeranno “chiuse”: da una parte cioè “non danno la possibilità ai cittadini che vengono da fuori di poterci abitare”, dall’altra “scatenano un fenomeno di fuga degli abitanti verso i Comuni limitrofi, aumentando la già complicata mobilità in ingresso e in uscita dalle nostre città”. L’analisi è di Vincenzo Paldino, presidente regionale di Udicon. A Bologna è evidente già da anni, ma anche a Modena, per esempio, “si passa da 600 alloggi destinati ad affitti brevi a più di 900. Questo ci dà la dimensione dell fenomeno in questo momento: metà degli affitti, quindi su 10 appartamenti messi in locazione, cinque vanno a finire in affitti brevi”, spiega Paldino.
“CHI VUOLE VIVERE IN CITTÀ NON TROVA CASA”
A causa di questo, a cascata segue la “impossibilità di trovare appartamenti in locazione per chi deve abitare le nostre città o viene a viverci”. Non solo, perchè con il diminuire dell’offerta, aumenta (tanto) anche la domanda. “E succede che per vivere in un appartamento con poco più di due camere da letto da 70-80 metri quadri si può spendere fino a 1.100 euro, in alcune città anche fino a 1.500 euro, come per esempio a Bologna”, mentre famiglie e consumatori “faticano ad arrivare a fine mese”. Che fare dunque? Per Udicon “sicuramente è necessario rivedere le norme a livello nazionale che regolano il mercato degli affitti brevi”, evidenzia Paldino. Ma poi, a livello regionale, “urge pianificare una politica abitativa che tenga conto di tutti questi fattori nel brevissimo periodo”.
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