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Pesca sportiva, Pichetto: semplificare immissioni di specie ittiche

AttualitàPesca sportiva, Pichetto: semplificare immissioni di specie ittiche

Roma, 3 lug. (askanews) – Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Picchetto Fratin ha riconosciuto la necessità di snellire e semplificare le procedure di immissione di specie ittiche, anche non autoctone, nei corsi d’acqua dell’Italia, anche a tutela di settori come la pesca sportiva.

Pichetto è intervenuto sul tema durante la sessione di interrogazioni a risposta immediata al Senato: il ministero “ha avviato da tempo un percorso per il superamento della problematica segnalata, sia con riferimento alla definizione delle specie ittiche d’acqua dolce riconosciute come autoctone, quanto alla semplificazione del percorso autorizzativo per le specie alloctone. Una rapida soluzione della tematica risulta fondamentale per dare un quadro regolatorio certo a tutti gli attori coinvolti nelle azioni di conservazione del patrimonio naturalistico e nelle filiere economiche correlate, come quella della pesca”, ha riconosciuto.

La materia, complessa e dibattuta “richiede di trovare un punto di equilibrio fra le evidenze scientifiche, il rispetto delle previsioni della Direttiva Habitat e le istanze provenienti dalle Regioni. Come più volte rappresentato, dal lavoro del Nucleo di ricerca e valutazione istituito presso il Mase, si è giunti già al riconoscimento di autoctonia del Coregone nei laghi dell’Italia settentrionale e centrale, e del Salmerino alpino per diversi bacini del Nord Italia”, ha ricordato.

Secondo Pichetto “è importante semplificare le procedure di immissione; da qui nasce il parere favorevole del Mase sull’emendamento 3.0.22 presentato al ddl semplificazioni all’esame di questo ramo del Parlamento. Ulteriori approfondimenti scientifici sul tema sono stati richiesti ad Ispra, che auspico possa nel breve periodo contribuire ad un definitivo chiarimento della tematica. Nel contesto delineato, è comunque importante agire su un doppio binario. Da un lato, con il riconoscimento di autoctonia per tutte le specie per le quali vi sia una sufficiente evidenza scientifica di una diffusione su un determinato territorio; dall’altro – ha concluso – con lo snellimento delle procedure autorizzative per le specie non autoctone, sulla base dell’esperienza maturata negli ultimi anni da parte delle strutture ministeriali che hanno autorizzato più volte l’immissione di specie, come le trote fario e iridea, sulla base delle istanze regionali”.

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