ROMA – “Se non lo facciamo adesso di essere duri la prossima volta lo dovremo fare in Polonia”. La previsione è di Carlo Calenda, per cui “bisogna essere senza se e senza ma con gli ucraini”.
“Io- aggiunge il leader di Azione, oggi a Bologna per inaugurare la sede del partito in città- sono convinto che la crisi di oggi è figlia della risposta debole dell’occidente alla annessione della Crimea nel 2014”.
Calenda non è ottimista per la trattativa tra Russia e Ucraina. “C’è un grosso problema- afferma l’ex ministro- perchè in realtà Zelensky ha offerto più o meno tutto quello che voleva Putin, il riconoscimento della Crimea, le repubbliche indipendenti del Donbass e il non ingresso nella Nato. Però pare che a Putin non basti”.
Putin, sottolinea ancora Calenda, “sta facendo irruzione nelle aree di crisi da tanto tempo, la verità è che non sappiamo cosa vuole Putin. Se l’unico negoziato che fa la Russia è voler vincere su tutto è un problema”.
Per quanto riguarda l’Italia, “per una volta si muove insieme. Certo in Italia c’è sempre una fronda per cui ‘meglio i russi dell’occidente’. Abbiamo visto che non erano meglio ieri quando erano comunisti e certamente non sono meglio oggi”.
Però nè aerei nè no fly zone possono essere concessi agli ucraini. “Prima di tutto occorre evitare l’escalation, abbiamo davanti una persona che non è espressione di un gruppo dirigente come erano i comunisti in Unione sovietica. E’ espressione di se stesso, un monarca assoluto che può fare qualunque cosa”.
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